Ci sarà un motivo se fin dall’antichità tutte le popolazioni hanno attribuito al suono e alla musica proprietà benefiche sul corpo e sull’umore. Dagli antichi sciamani del Messico, alle tradizioni cabalistiche del Giudaismo e del Cristianesimo, a quelle spirituali del Tibet, i suoni vocali sono stati utilizzati come strumento di guarigione, per riequilibrare i chakra (i centri energetici del corpo) e per attivare particolari aree e frequenze del nostro cervello.
La medicina moderna ha approfondito le potenzialità degli effetti del suono sul corpo e la mente umani, dimostrando, con i suoi studi, che la musica e le canzoni sono in grado di influenzare il sistema nervoso autonomo (che governa le azioni involontarie del nostro organismo) e il sistema immunitario, i quali hanno entrambi un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo e del bilancio energetico.
L’ascolto di canzoni e di musica, infatti, stimola la produzione di endorfine, che sono gli ormoni responsabili del nostro “buonumore” e produce una serie di benefici psico-fisici importanti nell’essere umano:
▪ Riduce l’ansia e lo stress;
▪ Allevia il dolore fisico, emotivo e mentale;
▪ Facilita la memorizzazione e la comunicazione verbale;
▪ Riduce tutti quegli elementi che provocano insonnia, depressione, stati d’ansia e attacchi di panico;
▪ Aiuta la motilità gastrica ed intestinale;
▪ Ha un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare.
Secondo una ricerca pubblicata sull’International Journal of Psychophysiology, ascoltare musica mentre si fa sport aiuta ad aumentare la velocità degli esercizi e la resistenza allo sforzo, migliorando le performance ma anche l’esecuzione dei movimenti e la coordinazione corporea. Non a caso molti sportivi ascoltano musica prima di affrontare una gara importante, per caricarsi o concentrarsi.
La terapia con le canzoni, integrata alle cure standard, offre numerosi elementi per migliorare lo studio e la ricerca medica, andando a lavorare sull’emisfero sinistro del cervello, base della formazione del linguaggio. Il discorso, come dice Oliver Sacks, non è solo una successione di parole ma ha inflessioni, intonazioni, tempo, ritmo e melodia. La possibilità di cantare le parole può rassicurare i pazienti con difficoltà linguistiche usando la musica per far emergere parole che sembrano perse.
In modo particolare con i bambini le canzoni si rivelano molto utili per sviluppare la capacità di comunicazione, memorizzazione e apprendimento, anche nei casi di autismo e dislessia.
È stato visto, inoltre, che la musica facilita la riabilitazione neurologica dopo gravi traumi, in caso di disabilità o dopo un ictus.
Il potere concreto della canzone consiste nella possibilità di utilizzo che ogni individuo ne può fare.
C’è chi la considera come una cassa di risonanza di uno stato d’animo che si sta vivendo o chi, invece, la utilizza come leva per far provare delle emozioni agli altri, dedicando, ad esempio, un brano ad un’altra persona o identificandosi con le parole cantante dal proprio artista preferito.
Come docente di scrittura di canzoni, cantautore e psicologo, mi rendo conto che l’obiettivo primario della mia attività formativa di Songwriting è quello di offrire la possibilità a chiunque di partecipare all’attività di “fare musica” e di scoprirsi protagonista di tale processo ludico e creativo.
Scrivere un testo, una musica, un arrangiamento originali, riscrivere il testo di una canzone famosa, adattare delle parole ad una base musicale o ad un beat, sono tutte attività volte a sviluppare creatività e benessere psico-fisico. Si impara a giocare con il suono delle parole, a scoprire il valore dei sinonimi ed il potere evocativo delle figure retoriche.
Scrivere una canzone in gruppo, ad esempio, favorisce la comunicazione tra mente, corpo e anima, aiuta la persona ad esprimere correttamente i propri sentimenti e a relazionarsi con gli altri, l’ambiente ed il proprio Io interiore.
Scrivere offre la possibilità di poter parlare di sé e di conoscersi meglio in relazione ad alcuni temi specifici. L’evoluzione di un personaggio, di una storia, di un’emozione, di uno stato d’animo, all’interno del testo di una canzone, crea possibili relazioni e punti di contatto con le storie degli altri autori con cui si lavora. C’è una condivisione dei vissuti, un superamento dei blocchi creativi e del timore ricorrente di sentirsi inadeguati o giudicati per ciò che si vuole esprimere
La canzone, quindi, è uno strumento terapeutico a tutti gli effetti che ha il potere di risollevare l’umore, calmare la mente, distendere il corpo e contribuire a mantenerlo in salute, facendo diminuire il livello di nervosismo, di rabbia e di tensione, aumentando in maniera concreta le nostre possibilità e capacità creative.
Articolo a cura di Jacopo Ratini, pubblicato sulla Rivista “Poetry Therapy Italia” (Numero 2 – Novembre 2020).
Per leggere l’articolo originale clicca qui