Quando ascoltiamo una melodia triste, si possono attivare due tipi di esperienze diverse.
C’è chi avverte una sensazione di perdita, dolore, sofferenza e, quindi, non apprezza questo genere di musica e chi afferma di provare un senso di commozione, sollievo, tranquillità e benessere.
Soffermiamoci su quest’ultima categoria di persone: quelle a cui piace ascoltare canzoni tristi.
Le Canzoni tristi sono catartiche perché ci liberano dal peso di alcune emozioni reali, cruente e dolorose che spesso e volentieri ci bloccano. Ci permettono di tornare a momenti del nostro passato, molto spesso piangendo per essi ma liberandoci dal loro peso e guardando al presente con meno rabbia e maggiore consapevolezza.
Cosa provocano in noi le canzoni tristi?
– Risvegliano i nostri sentimenti più intimi, lasciandoci navigare nell’introspezione del nostro Io.
– Ci fanno sentire capiti e compresi meglio, più di quanto sanno fare altre persone.
– Entrano in empatia con noi: ci identifichiamo con alcuni testi proprio perché esprimono esattamente quello che sentiamo o abbiamo sentito in un determinato momento della nostra esistenza.
– Ci aiutano a pensare e a riflettere . E la riflessione è il primo passo per comprendere ed elaborare un problema.
L’esatto contrario delle canzoni allegre che suscitano gioia, energia, azione e spensieratezza.
Leonard Cohen diceva che ogni volta che interpretava la canzone Hallelujah trovava il giusto equilibrio in un mondo caotico; una personale riconciliazione con ogni suo conflitto interiore.
Le canzoni tristi ci difendono dalle difficoltà della vita. Facciamo ricorso ad esse come con i libri che ci raccontano storie drammatiche o quando scegliamo di vedere un film dalla trama commovente, struggente o malinconica, ma che ci lascia sempre ed inevitabilmente un insegnamento.
Alcune ricerche scientifiche sostengono che a livello neurologico e biochimico la commozione avvertita stimolerebbe il rilascio di ormoni del benessere, come ossitocina e prolattina. Una reazione simile al sollievo provato dopo un pianto.
Altri studi affermano, invece, che l’ascolto di musica triste sia legato ad un puro piacere psicologico che deriva dall’aver sperimentato tutta la gamma di emozioni possibili, anche quelle meno piacevoli.
Fatto sta che le canzoni tristi ci piacciono.
Semplicemente perché ci ricordano quanto è inutile provare ad allontanare sempre la malinconia e quanto è dannatamente bello sentirsi vivi e, quindi, umani.