Muiono Giovani (J. Ratini)

PROLOGO (NELLA MENTE MALATA DELL’ARTISTA INCOMPRESO).

Muoiono giovani!

Per diventare famosi gli artisti devono morire giovani.

Ventisette anni è l’età giusta, dopo cominciano ad essere troppo maturi, meno belli.           

Vedi Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain, Amy Winehouse.

Tutti morti a Ventisette anni. L’età giusta.

Farsi da parte prima che il tempo lo faccia al tuo posto.

Casualità?  Macché, tecnica di marketing.

AZIONE (LA CONSEGUENZA DELL’AVERE UNA MENTE MALATA E DEL SENTIRSI INCOMPRESO).

 

L’artista muore giovane.

Si fa trovare steso in una camera d’albergo o impiccato a un lampadario.

Oppure è coinvolto in un “incidente” mortale…

Mix di alcool e droghe. Depresso, malinconico, perennemente fatto, strafatto ma decisamente insoddisfatto.

Aveva avuto una piccola fortuna con qualche passaggio televisivo, radiofonico, col passaparola sul web ma voleva di più. Voleva il successo, l’eternità.

E allora puff, pistola alla tempia et voilà, il gioco è fatto.

Si uccide, toglie le tende e se ne va via per sempre.

Instabile, dicono, troppo fragile per sopportare quel peso enorme che è la lotta per la popolarità,  tipica dello “star system”.

Lottava ma nessuno lo considerava, nessuno lo ascoltava.

Discretamente talentuoso in vita, una volta morto diventa un genio.

Discretamente popolare in vita, una volta morto diventa un mito.

Impareggiabile, inarrivabile.

Muore e comincia a vendere come un forsennato.

I discografici improvvisamente ristampano vecchi dischi, antologie, “Best of”, “Greatest Hits”, anche le canzoni che fin’ora tutti  avevano ignorato , ora vengono messe in commercio in cofanetti deluxe: cd + dvd live fatti in cantine o in locali sconosciuti con dieci spettatori. Rarità.

In giro, si parla solo di lui.

I magazine pullulano di articoli e foto che ritraggono l’artista nel bagno mentre scrive l’ultima canzone prima della morte.

Le ex ragazze rispuntano come funghi.

E tutti comprano tutto.

L’artista è primo nella classifica di vendite, primo nelle radio che una volta lo (ri)conoscevano a malapena.

Nel frattempo i suoi familiari sono diventati ricchi.

Sono chiamati a parlare del caro defunto nei programmi tv, aprono etichette discografiche e società editoriali.

Tutto il mondo gode della rinascita della sua arte. Il mondo intero riassapora il suo estro, il suo talento, il suo genio.

Ora è tutto improvvisamente comprensibile: i suoi testi, le sue musiche.

Non era stato capito perché anticipava i tempi, era un precursore, era all’avanguardia.

Fatto sta che ora si parla soltanto di lui.

Ora che potrebbe dire, fare, cantare qualsiasi cosa, che il mondo intero l’ascolterebbe, lui, non c’è più.

E sembrano tutti così contenti, così felici.

Tutti, tranne l’artista che dall’alto dei cieli guarda il mondo intero con aria alquanto incazzata e depressa.

 

4 commenti su “Muiono Giovani (J. Ratini)”

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