Una volta se riempivi i social network con i tuoi autoscatti, eri un coglione.
Oggi chi si fa i Selfie appartiene, evidentemente, ad una categoria protetta perché le stesse foto che in passato avrebbero scatenato una lunga serie di insulti, adesso, con la dicitura “#Selfie”, ti classificano come individuo alla moda. Fa figo, un po’ come fare l’aperitivo a Ponte Milvio o al Pigneto.
Sei nerd? Anonimo? “#Selfie” ti dona magicamente sex appeal e ti tutela, in automatico, da appellativi come “triste e sfigato”.
Perché un Selfie è accettato a prescindere che sia “patologicamente scorretto”. Il Selfieista compulsivo è una persona tecnicamente classificabile come Narcisista Patologico: un egocentrico che ha fatto della vanità la sua principale virtù. Il Selfie ha tolto la maschera alla nostra ostentazione e rappresenta il riscatto dell’ego delle persone mediocri. L’uomo di natura è vanesio, perché continuare a nascondersi dall’obiettivo? Scatta e Condividi!!!
Non mi stupirei se a breve nascesse l’ “Associazione Nazionale Selfieisti” o si organizzassero tornei mondiali di Selfie.
Nel frattempo “studi medici” hanno dimostrato che spararsi troppi Selfie fa calare la vista e che dall’autoerotismo all’autoscatto compulsivo, il passo è breve.
Si Selfie chi può!
[dalla Rubrica “Narratini” pubblicata sul mensile “Gino Magazine” pag. 38.]