Vedrai, presto,”Toneremo al Baratto!”.
Lo sento ripetere in continuazione. Una sorta di mantra, una premonizione.
Una frase che, evidentemente, sta bene con tutto e che ti rifilano anche nel contesto più impensabile: “Guarda che nuvole minacciose, sento che pioverà! E sento che… “Torneremo al Baratto!” . La parola Baratto mi fa tornare in mente la mia insegnante di storia delle elementari che parla di pastorizia e agricoltura. Scopro che esiste anche la “Baratteria”, un luogo in cui, nel Medioevo, si giocava d’azzardo e nel quale era frequente l’uso della bestemmia. A me la parola Baratteria fa pensare alla Baguetteria. Vado in banca, alle poste, poi passo in Baratteria a scambiare un filone di pane fresco con tre bestemmie appena sfornate e me ne torno a casa.
Quando sento quel “Torneremo al Baratto!” mi immagino al Supermercato mentre sto pagando la spesa. La cassiera dice “Sono 60 euro!”. Io imbraccio la chitarra e le domando “Italiano o straniero?”. “Italiano”, risponde, e comincio ad intonare un classico della canzone italiana. Finisco la mia performance e lei, con aria soddisfatta mi fa: “Perfetto, siamo apposto!”. Oppure penso al gestore di un locale che retribuisce le mie serate musicali con mozzarelle di bufala e ortaggi. A pensarci bene, aprire un “Frutta e verdura” o un Caseificio non sarebbe un’idea malvagia, visti i tempi… Quindi ben vengano queste benedette mozzarelle. Qualcuno disse: “Punta dritto alle Stelle, se sbagli cadrai sulle nuvole”. Io dico: “Punta dritto alla Bufala, se sbagli… non morirai di fame!”.
[dalla Rubrica “Narratini” pubblicata sul mensile “Gino Magazine” pag. 36: http://issuu.com/ginomagazine/docs/gino_magazine_maggio_2014]